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Percorso

Cenci di carnevale

17. 04. 03
posted by: Barbara Zattoni
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Carnevale

 

 


La "confusione delle forme", lo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso a padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), la sospensione di tutte le norme. Violare i divieti e far coincidere i contrari... tempi di possibili sberleffi (senza incorrere nelle punizioni dei regnanti...) e senza indugio vi propongo un

classico dei travestimenti e delle metafore:

 

l'arlecchino......il diavolo burlone che porta con se, un mondo di significati... Cosi come tutta la "tragedia" del miglior sud:

con tanto di omaggio a ......una bella persona. Non  mi va di scrivere il suo nome, me lo tengo per me - per rispetto. Tanto si capisce. No, lo scrivo, Massimo Troisi.
E finalmente un bel personaggio femminile....Smeraldina  -il sesso debole-  la servetta di Clarice, che si fa invece portavoce delle donne, ribadendone l'importanza e denunciando i soprusi degli uomini (il servitore di due padroni)

 

 

In realtà le "maschere" sono tante, storie che andrebbero ritrovate. Intanto i cenci:

350 gr. di farina bianca
30 gr. di burro
30 gr di zucchero semolato
2 uova
un pizzico di sale
estratto di vaniglia-scorza di arancia- 2 cucchiai brandy (liquore secco)
olio di arachide (o strutto) per friggere
zucchero vanigliato
Insieme alla farina: il burro sciolto-lo zucchero-le uova e gli aromi. Si impasta aggiungendo un goccio di latte se la pasta risultasse troppo secca ma, deve rimanere asciutta tanto da riuscire a tirarla finissima (dopo una mezz'ora di riposo in frigo, coperta) quasi senza l'aiuto di farina. Io li taglio a rettangoli di 3/4 cm. e incidendolo nel mezzo per lungo stile occhiello. Vanno fritti nell'olio bello caldo, lasciandoli dorati e cosparsi di zucchero a velo. Per le quantità, con questa  dose ne farete un bel vassoio.