Il pan di Spagna nasce all'inizio del rinascimento, se ne trova citazione nel "Trinciante" di Reale Fusoritto, fra le ricette del banchetto offerto a Castel Sant'Angelo in Roma ai figli del Duca di Baviera.
Insieme ai savoiardi apparteneva alla nuova categoria di ricette dolci dove non entrava il lievito, creato da un'alchimia fisica generata con l'aria, tanta aria, ottenuta battendo zucchero e uova "per tres hores", come scriveva Rodrigues, cuoco del re del Portogallo, ne "l'Arte di cozinha" del 1693, descrivendo la preparazione del suo Pan di Spagna, il "Biscoutos de la Reyna".
Nel '700 il pan di Spagna divenne il fiore all'occhiello di cuochi e pasticceri, che preparavano svariate ricette farcendolo con crema aromatizzata con spezie, o con crema al cioccolato.
Io, dopo la Pasta Genovese e il Il Pan di Spagna al cacao (quello "da corsa"), spiegato nella ricetta della torta al cioccolato, vi scrivo un ottimo Pan di Spagna "normale".
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Siamo negli Abruzzi e prima della ricetta, come sempre vi metto due cose, giusto per capire di cosa parliamo e meglio affrontare la preparazione:
sappiamo che, circa nella seconda metà del 1700 fu inventato un attrezzo chiamato “Maccharunare”, praticamente un telaio di legno rettangolare sul quale, nei lati paralleli più lunghi, vengono tesi sottili fili di metallo rame oppure di ottone) distanziati tra loro 3 mm. Non
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Uno stuzzicante antipasto che basterà, in dosi normali, per 15 persone.
500 gr di aringa affumicata tenuta a bagno nel latte (per togliere il sale) per un ora, quelle sott'olio non hanno bisogno del bagnetto ma vanno ben asciugate
250 gr di mele (quelle verdi son perfette ma in mancanza.....una buona mela)
200 ge di burro
pistacchi tritati almeno 100 gr
Si lavora con la frusta a immersione o col mixer l'aringa con la mela sbucciata (vi consiglio di fare il tutto metà per volta) e si aggiunge sempre frullando il burro tenuto a temperatura
Morbida e soffice
come il pan di spagna, ma con una consistenza più soffice e spugnosa, questa è una pasta adatta da fare a strati, alternando panne, cioccolate o creme varie; insomma la classica costruzione da "torte in faccia".
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