Si chiama Zuppa inglese ma è un dolce italiano tradizionale inventato diversi secoli fa.
Nel XVI secolo che questo dessert venne preparato per la prima volta alla corte dei Duchi d’Este, signori di Ferrara. Si dice che la Zuppa inglese sia stata inventata dai cuochi di corte quando un diplomatico ferrarese appena rientrato da una missione a Londra, chiese che gli fosse preparato il “trifle”, un tipico dolce inglese del tempo preparato con una ciambella dolce lievitata e accompagnata da una crema e del vino.
I cuochi di corte, nel preparare il dolce, non potendo reperire tutti gli ingredienti originali sostituirono quelli tipicamente inglesi con delle preparazioni del luogo, come il Pan di Spagna e la crema pasticcera, e lo arricchirono con il liquore Alchermes per dare colore al dolce, mentre probabilmente l’introduzione del cioccolato tra gli ingredienti avvenne in un secondo momento.
La riproduzione di un dolce tipicamente inglese ma con ingredienti locali ha dato luogo ad una notevole "contaminazione": un dolce che nel tempo è divenuto tradizionalmente italiano al punto da essere inserito dall’Artusi nel suo libro “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene” (p.421) che è considerato il testo fondante della gastronomia italiana moderna.
Ricordate sempre comunque che il dove e come non sono importantissimi e che le varianti, da quella chiamata "del Conte" con crema pasticcera e panna montata, al centro italia che vede l'utilizzo solo della crema, al sud (napoli) che prevede la ricotta.
5 tuorli d'uovo
70/80 gr zucchero
40 gr amido di mais o farina
1/2 litro latte intero
50 g di cioccolato fondente (facoltativo)
250 g di pan di spagna
un Bicchierino d'Alchermes o altro liquore 8diluito in acqua)
buccia di limone q.b.
Preparate la crema pasticcera lavorando bene tuorli, zucchero e amido, tutto in una bastardella che vi permetterà di cuocere a bagno maria. Scaldate il latte con la scorza del limone e una volta pronto unitelo a filo, sempre mescolando, al composto di uova e portate a cottura (dovrà risultare addensata e senza grumi.
Se volete preparare il dolce con due tipi di farcia, dividete la crema a metà, unendo ad una di esse il cioccolato tritato finemente, mescolando bene.
Per il pan di Spagna, trovate la ricetta qui.
In famiglia di usa di solito una pirofila di vetro ma coppette trasparenti monoporzione o un piatto da portata (per farla espressa ma, per me ha poco senso visto che il tempo, amalgamando sapori e consistenze, rende il perchè della sua preparazione) vanno benissimo a seconda della situazione. Il dolce è presto fatto: disponete metà del Pan di Spagna in uno strato, irrorandolo con l’alchermes, quindi ricopritelo con la crema al cioccolato. Ponete il rimanente Pan di Spagna sopra il precedente strato, irrorate anche questo con il liquore e ricoprite il tutto con la crema pasticcera. Copritelo e mantenete in frigo a riposare per qualche ora.
Che poi maschio o femmina, a punta o rotonda, è sempre la fine del mondo!
Ma, potremmo saltare la diatriba: arancini (a cono, parte orientale) – arancine (rotonda, parte occidentale)?
Se passa l’idea che femminile sia più corretto, accetto volentieri, ma la meraviglia invece va tutto a
O alla bresciana?
Non ci aiutano a risolvere la controversia neanche illustri personaggi, da Ada Boni all'Artusi che riporta la ricetta nel trattato “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene" raccontando di averli mangiati a “Le Venete”, un ristorante romano molto di moda alla fine dell’Ottocento (fu segnalato all’interno della prestigiosa Guida scientifica, artistica e commerciale della città di
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