Un piatto sontuoso, nell' apparente povertà degli ingredienti. Sdoganato completamente dalla "condizione" di sottomarca e non più solo geniale scimmiottamento di situazioni più agiate, rivendica tutta la saggezza del cucinare.
Continua così il mio elogio alla castagna, il "frutto secco", "il cereale che cresce sull'albero",
Il castagno ha rappresentato per lungo tempo la principale fonte di alimentazione delle popolazioni delle aree collinari e di media montagna, specialmente negli anni di carestia dei cereali, tanto da essere soprannominato "L'albero del pane". Molteplici le preparazioni: dalla minestra di castagne semplice o con farro, alla zuppa di marroni; dal riso e castagne con o senza latte, al coniglio, faraona o tacchino con castagne; dalla bavarese al montebianco, per fare solo qualche esempio.
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Soffice e compatto insieme, tiepido.
Appoggiata sopra e di lato, riposa un'idea leggermente grassa e dolce: una cucchiaiata di ricotta fredda (di pecora), montata con un po' di panna fresca e pochissimo zucchero. Ancora sopra e intorno, a legare il tutto, una generosa dose di cioccolato caldo. Il cerchio si chiude. Dopo tutto è pieno inverno, fa freddo, fa melanconia, fa voglia di tana, fa voglia di "tanto". E "tanto",
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Sono buone calde, del resto come tutte le preparazioni con la pasta sfoglia. Semplici nella ricetta, se si omettono i tempi per pulire il pesce e fare la pasta ma al primo morso, sarete
ricompensati.
Per una placca da forno "casalingo":
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PARLARE DI DOLCI, PARLARE DI CAPPELLI, E FARLI ENTRAMBI
Questo che vedete è il Bonet, dolce piemontese appartenente alla famiglia dei budini, che ho spesso fatto a Pane e Vino: la gola va oltre "i piatti del territorio". Ha una consistenza particolare, e la parola budino è solo il termine di paragone più vicino. Con o senza cacao, il suo nome indica un cappello o berretto tondeggiante, la cui forma ricorda quella dello stampo a tronco di cono
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